La tua guida nel mondo virtuale
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Donne tecnologiche e Startup: intervista ad Alessia Camera, autrice di Startup Marketing

 

 

Ho incontrato Alessia Camera, autrice del libro Startup Marketing, primo libro scritto da una donna sul Growth Hacking. Abbiamo parlato di innovazione, crescita, startup e di donne digital. 😉

 

 

Alessia Camera, autrice del libro italiano sul Growth Hacking Startup Marketingracconta il lavoro al giorno d’oggi, con le innumerevoli possibilità che le nuove generazioni possono cogliere, senza dimenticare le difficoltà, i limiti e i rischi che il mondo digitale comporta.

Si parla di salti verso l’ignoto, di presa di rischi, di innovazione e futuro.

Siamo la generazione “con il privilegio di scegliere la nostra strada, creando imprese che vogliono cambiare il mondo e, allo stesso tempo, che arricchiscono le comunità in cui sono nate e cresciute.”

Grandi sogni, strumenti concreti per realizzarli. Tra questi troviamo il Growth Hacking: ho chiesto ad Alessia di spiegarci di cosa si tratta.

 

Cosa significa creare una Startup oggi?

 

Creare una startup significa avere un’idea, eseguirla, validarla, progettarla, lanciare un prodotto beta, validarlo, misurarlo, svilupparlo e farlo crescere.

Si tratta di passaggi che possono sembrare semplici e immediati ma non lo sono.

L’obiettivo di una startup è quello di crescere più in fretta possibile in un clima di incertezza di mercato, con la tecnologia in continua evoluzione, l’elevata competizione, la poca disponibilità di fondi..

È un’attività complicata, rischiosa che non può essere portata avanti da tutti e che comporta un nuovo modo di fare impresa. Proprio per la sua natura incerta, infatti, non si è mai sicuri di sviluppare “il prodotto giusto”. Non ci sono dati storici di partenza e l’evoluzione tecnologica comporta che in una startup ci sia bisogno di evolvere sempre, seguendo le esigenze dei propri utenti.

Un modo di pensare completamente nuovo rispetto alle aziende nate 40-50 anni fa.

 

Cos’è il Growth Hacking?

 

Con il termine Growth Hacking si intende un modo di pensare e un metodo che unisce creatività, analisi di dati, obiettivi misurabili ed esperienza di utilizzo per spingere le persone a utilizzare un nuovo prodotto che risulta perfetto per le loro esigenze.

Rispetto alle strategie di marketing più tradizionali, la brand awareness assume un’importanza relativa e non si tratta solamente di promuovere un prodotto sul mercato.

Il Growth Hacking ha come obiettivo la crescita mettendo al centro il prodotto, gli utenti e le loro esigenze, analizzandone il comportamento e sviluppando un’esperienza di utilizzo fenomenale.

Le persone appena vedono il prodotto devono pensare “Wow, questa è una cosa mai vista prima e soddisfa un bisogno che non ero neanche sicuro di avere, ma so che non potrò più farne a meno”.

Il Growth Hacking e il Marketing devono entrare nel processo di sviluppo delle startup fin dalle prime fasi iniziali, poichè è essenziale strutturare l’idea e mettere in piedi processi di misurazione e analisi per individuare le esigenze e le frizioni degli utenti fin da subito.

 

Quali sono i motivi che più frequentemente portano una start-up al fallimento?

 

I primi 3 motivi di fallimento di una startup, a livello generale, individuati da CB Insights sono la mancata individuazione di un mercato di riferimento, l’aver esaurito i fondi a disposizione e la creazione del team sbagliato.

Sono le motivazioni più importanti, legate al marketing, al fundraising e al team che sono le criticità principali quando si crea una startup.

Nel mio libro in italiano sul growth hacking Startup Marketing, ho inoltre aggiunto altri errori da evitare quando si parla di marketing, particolarmente legati alla mia esperienza come consulente di growth marketing per startup. Come per esempio, pensare che le attività di marketing siano di competenza solo di chi fa marketing, che la crescita dipenda solo dal budget da investire in marketing e la mancata conoscenza della propria audience.

Sono tutti errori che derivano da quelli più generici  e che sicuramente non aiutano a sviluppare un progetto in modo efficace ed efficiente.

 

Quali sono le principali problematiche che hai riscontrato come donna nel mondo delle startup?

 

Sicuramente non è facile lavorare in un mondo dove solo il 17% delle startup ha un CEO donna. Le startup guidate da donne hanno inoltre più difficoltà a ottenere investimenti e fondi rispetto a quelle guidate dagli uomini.

Anche senza volerlo, ci sono delle situazioni involontarie basate su un atteggiamento di unconscious bias che portano a pensare che le donne abbiano minor talento e competenze rispetto ai ragazzi nelle materie tecniche, generando situazioni poco piacevoli (ho riassunto la mia e altre esperienze in un recente articolo su Wired). E ciò non è assolutamente vero.

Una maggior diversità garantisce risultati migliori e conflitti più costruttivi, tuttavia a volte si tende ad assumere qualcuno più simile a sé rispetto a chi ha le competenze migliori per la posizione.

Anche noi ragazze a volte pensiamo di non avere le giuste competenze o l’esperienza per accedere a certi ruoli, pensiamo di essere sbagliate e di non essere in grado di svolgere delle mansioni tecniche.

Nella maggior parte dei casi siamo noi stesse a non voler spingerci oltre e questo è un errore enorme, poiché siamo noi stesse a precluderci opportunità solo perché non abbiamo abbastanza fiducia in noi.

Con Whats Next, una conferenza di cui sono co-organizzatrice, stiamo dando vita a degli eventi dove una serie di donne sul palco siano da esempio per coinvolgere e spingere molte altre a una carriera nelle materie STEM.

Io spero di trovare sempre nuove colleghe anche a eventi e conferenze, sia come speaker che come pubblico, perchè il cambiamento deve partire anche da noi.

Startup Marketing è il primo libro sul Growth Hacking scritto da una donna e con la partecipazione di Benedetta Arese Lucini, imprenditrice e co-founder di Oval Money che ne ha scritto la prefazione, ho voluto fosse anche un esempio per tutte quelle che vogliono lavorare in questo settore.

Noi donne siamo brave, dobbiamo solo aver maggior fiducia in noi stesse e volontà nel perseguire obiettivi ambiziosi.

 

Quali consigli ti sentiresti di dare ai ragazzi che desiderano o stanno per intraprendere questo percorso imprenditoriale? Cosa vorresti dire invece alle ragazze?

 

I consigli che darei a una ragazza sarebbero esattamente gli stessi di quelli che darei a un ragazzo 😊

Cerca di sviluppare un’idea che soddisfi un’esigenza reale di un utente e condividila il prima possibile con chiunque, consulenti e imprenditori, founder e investitori, senza aver paura che ti venga rubata e senza essere arrogante.

Impara più che puoi e metti le mani in pasta fin da subito. Non potrai mai essere sostituito da persone esterne che faranno il lavoro sporco per te.

Appassionati al progetto, cerca di avere una visione internazionale a breve e a lungo termine.

Infine, assumi le persone non solo sulla base dell’esperienza ma sull’attitudine. Metti assieme un team di cui fidarti e trova un co-founder con cui condividere gioie e dolori.

Sono gli aspetti più critici di qualsiasi progetto di startup, ma anche quelli più affascinanti, che ti daranno maggiori soddisfazioni.

 

 

Mi rivedo in molte parole di Alessia, “appassionata al mondo digitale ancora prima di capire che sarebbe diventato essenziale per il suo futuro professionale”.

Con la sua esperienza ci insegna che per cambiare e migliorare bisogna buttarsi, correre rischi e soprattutto sfidare i propri limiti, facendo cose che ci fanno paura e che non avremmo mai pensato di poter fare.

Penso che sia un modello per tutti, ma soprattutto per le ragazze, che oggi hanno ancora troppa paura di considerarsi all’altezza di qualsiasi situazione e di credere nelle proprie forze.