La tua guida nel mondo virtuale
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Come dobbiamo cambiare per affrontare lo sviluppo tecnologico?

    

L’avanzamento tecnologico sta portando tanti cambiamenti nel mondo del lavoro: ecco alcuni punti fondamentali su cui concentrarci per cavalcare l’onda della trasformazione senza il timore di esserne sopraffatti.

  

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Per evitare di cadere in facili allarmismi è sicuramente utile cercare di capire cosa cambierà nel mondo del lavoro e quali strumenti risulteranno indispensabili per far fronte positivamente all’avanzamento tecnologico.

  

Di cosa sentiremo spesso parlare nel prossimo anno?

  

Con lo sviluppo della tecnologia aumenterà sempre più il contributo che le macchine apportano al nostro lavoro, di qualsiasi professione si parli. La digitalizzazione continuerà ad essere una forte spinta in qualsiasi ambito.

Più processi automatizzati significano maggiore efficienza e, di conseguenza, maggiore capacità produttiva di persone e aziende.

Ciò che cambia è il rapporto uomo-macchina: occorreranno sempre più nuove professioni in grado di aiutare la società a mantenere protagonista il fattore umano, dandogli la possibilità di esprimere al meglio le proprie capacità.

  

Si parla, tra gli altri, di Human-Machine Interaction Specialist, Cybersecurity Specialist, AI e Machine Learning Specialist, Data Scientist… e si parla soprattutto di Soft Skills.

Molto interessante a riguardo la ricerca di InTribe su Le Professioni del Futuro.

Questo tipo ti competenze in ambito psicologico rappresentano le cosiddette “capacità trasversali”, cioè competenze relazionali e comportamentali applicabili in più ambiti. Tra queste troviamo problem solving, decision making, pensiero critico, capacità di comunicare e di lavorare in gruppo.

  

  

Le competenze tecniche da sole non basteranno: grazie all’integrazione con le soft skills potrà essere valorizzato anche il lato più “human” della tecnologia, che comprende tra gli altri aspetti come interazioni, user experience e apprendimento, fattori su cui punteranno molto i prossimi sviluppi tecnologici.

  

Tecnologia e digitalizzazione non ci porteranno via il lavoro, porteranno cambiamenti, crescita economica, nuove professioni e, di conseguenza, nuovi posti di lavoro.

  

Servono percorsi e strumenti in grado di diminuire il gap tra le competenze richieste lavorare in un mondo sempre più digital e le competenze che effettivamente si acquisiscono nei percorsi di formazione classici (questo gap si chiama Digital Mismatch).

La formazione continua sarà e dev’essere già ora protagonista.

Le conoscenze risulteranno sempre utili, ma ciò che sarà fondamentale è la capacità di essere flessibili, veloci, facilmente adattabili ad ambienti sempre diversi.

La richiesta andrà sempre più verso professioni innovative. Spariranno lentamente i lavori più facilmente automatizzabili, dove la componente umana e creativa non è indispensabile.

Da questi cambiamenti non avremo una perdita di posti di lavoro. Nel 2022 si stima un bilancio positivo del  5% di occupazione tra il declino di alcune mansioni e la nascita di nuove. (fonte: World Economic Forum).

  

Cambiare per affrontare il cambiamento.

  

Il passaggio fondamentale sta nel comprendere che non servono risposte certe sul futuro, piuttosto occorre attrezzarsi con strumenti e capacità mentali che permettono di affrontare i cambiamenti flessibilmente.

Fluidità, non insicurezza.