I comandi vocali all’interno di dispositivi tecnologici sfruttano un canale immediato e naturale per l’uomo. Ecco perché gli assistenti virtuali sono uno strumento davvero potente per migliorare l’interazione uomo-macchina e la nostra qualità di vita.
Uno degli aspetti che amo di più del partecipare ad eventi su tematiche differenti è la possibilità di interagire con professionisti e competenze anche molto distanti dal mio ambito. L’incontro di punti di vista, professionalità e personalità diverse arricchisce davvero, a livello umano e formativo.
È successo proprio questo al convegno organizzato da zero12. Programmatori, ingegneri, designer e psicologa (💪) insieme per ideare una “competenza” di Alexa e parlare delle sue potenzialità: .
Abbiamo parlato, provato e interagito con l’assistente vocale di Amazon, pensando alle sue possibilità nell’ambito del marketing.
Partiamo dalle basi: cos’è un assistente vocale?
In questo caso si tratta di un altoparlante intelligente (collegato con Intelligenza Artificiale) con cui si interagisce mediante comandi vocali.
Utilizzando la voce è possibile chiedere ad Alexa di riprodurre le nostre canzoni preferite, rispondere a domande, leggere le news del giorno, fornire le previsioni del tempo, impostare la sveglia per il giorno successivo e controllare dispositivi di domotica per la Casa Intelligente (ho parlato di domotica e Internet of Things qui).
Vi chiederete: come fa Alexa a fare tutte queste cose?
Qualcuno deve insegnarle come fare, programmandola e costruendo apposite skills (tranquilli, ci pensano gli esperti!) attivabili poi dall’app di Alexa.
Ciò che mi ha colpito di più è la semplicità con cui possiamo interagire con questo simpatico dispositivo tecnologico.
Utilizziamo solo la voce, senza mani, cioè uno dei primi canali comunicativi che in modo totalmente naturale acquisiamo e sviluppiamo dalla nascita.
Possiamo dire di essere programmati per usare suoni e parole, per questo si tratta di uno degli strumenti più immediati e semplici che abbiamo a disposizione: minime competenze necessarie, massima accessibilità.
Questo significa che gli assistenti vocali possono essere utilizzati potenzialmente da un numero immenso di individui, senza differenze di età, scolarizzazione e competenze.
Cosa rende gli Assistenti Vocali una Tecnologia Disruptive?
L’unione tra un vantaggio antropologico (utilizziamo la voce in modo naturale e immediato) ed un vantaggio funzionale (utilizziamo di conseguenza anche questa tecnologia in modo spontaneo) rappresenta la forza degli assistenti vocali.
Detto questo, le potenzialità di Alexa e dei Voice Assistants in generale, sono innumerevoli. Vanno dal marketing (“Alexa, la maglietta nella mia wishlist di Zara è disponibile?”), al supporto di persone con disabilità (“Alexa, spegni la luce”), all’ambito educativo (“Alexa, quali pianeti compongono il Sistema Solare”), all’integrazione con le auto per diventare a tutti gli effetti una tecnologia on-the-go (“Alexa, basterà la benzina per arrivare a Padova?”).
Mi ha colpito molto pensare allo shift cognitivo che stiamo vivendo, soprattutto per quanto riguarda il marketing. Ci stiamo spostando sempre più dal ragionamento critico verso la scelta d’impulso.
Le tecnologie a comando vocale facilitano l’acquisto “di pancia”: compriamo e scegliamo quello che in un determinato momento ci passa per la mente, senza ragionarci troppo.
L’emozione e l’umore contingenti fanno da padroni: il passaggio pensiero-scelta-acquisto avviene in modo semplice e immediato.
Se pensiamo alle persone anziane o che possiedono una mobilità limitata, l’assistente vocale può davvero facilitare la vita.
Con un training davvero ridotto, la comprensione di un meccanismo molto semplice e l’integrazione dei dispositivi di domotica in casa (luci, elettrodomestici…) il gioco è fatto: con i soli comandi vocali è possibile gestire in modo più semplice l’ambiente in cui si vive e comunicare con i caregiver.
Per concludere… ecco alcune skills che renderebbero Alexa davvero umana 😉