Il nostro modo di raccontare storie sta cambiando con l’entrata in scena delle Nuove Tecnologie? Scopriamolo insieme addentrandoci nel mondo dello storytelling.
Come avrete sicuramente notato, la tecnologia sta assumendo un ruolo sempre più importante nella nostra quotidianità.
Tra le altre, le nostre modalità di relazione, di apprendimento e di intrattenimento sono sempre più influenzate dal progresso tecnologico.
Il nostro modo di osservare il mondo e di percepirlo sta cambiando.
Per questo si stanno trasformando anche i modi con cui raccontiamo storie, parliamo di noi stessi e descriviamo situazioni.
Prima di tutto, cerchiamo di capire insieme l’importanza della narrazione (o storytelling).
Secondo Bruner (uno dei più importanti e noti psicologi contemporanei) si tratterebbe di uno strumento fondamentale a livello individuale e culturale.
Noi esseri umani presenteremmo infatti un’attitudine o predisposizione ad organizzare l’esperienza in forma narrativa (Bruner, 1990/1992). Soddisfacendo così il nostro bisogno di ricostruire la realtà dandogli un significato specifico a livello temporale o culturale.
Detto ciò, vi voglio parlare di un progetto che mostra come una delle narrazioni classiche della nostra cultura, la favola, può essere trasformata e vissuta come un’avventura per le strade di una città.
Tutto questo grazie alla Realtà Aumentata.
Se vi state chiedendo come sia possibile “sbriciolare” una storia per le strade, la prossima spiegazione fa al caso vostro!
Gli artisti di ConiglioViola hanno creato un “film diffuso” suddividendo la favola “Le notti di Tino di Bagdad” in episodi animabili grazie ad una particolare applicazione.
Quest’ultima permetteva di inquadrare con la fotocamera del proprio smartphone i manifesti affissi sulle fermate degli autobus, davanti ai bar e sugli edifici, dando così vita alla storia (lo spot dell’opera rende l’idea del processo).
Ogni manifesto permetteva quindi di far vivere un episodio della favola, grazie alla realtà aumentata, direttamente sullo schermo del proprio cellulare, accompagnando Tino, principessa di Bagdad e poetessa, nelle sue fantastiche avventure.
Ciò che più colpisce è il fatto che la trama della narrazione non fosse “statica” come nelle favole tradizionali.
Essa infatti poteva trasformarsi. Cambiava a seconda dell’itinerario compiuto dalla persona, dando modo di creare così la propria particolare e personalissima storia.
Da un punto di vista psicologico, rendere una storia o un qualsiasi oggetto personalizzabile significa dare la possibilità a chi ne usufruisce di adattarlo ai propri modelli mentali, al modo di pensare personale, ai propri tempi ed alla personalità.
La narrazione appare quindi più flessibile alle esigenze di ogni individuo, riflettendone maggiormente i gusti.
Grazie a questa tecnologia è quindi possibile aumentare il coinvolgimento dell’utente che ne usufruisce.
E non solo. L’aspetto “social” del progetto prevedeva la possibilità di commentare l’episodio vissuto insieme agli altri utenti su Instagram e Twitter.
L’utilizzo della realtà aumentata in questo progetto ci mostra un chiaro esempio di tecnologia per il benessere (per approfondire vi rimando all’articolo precedente).
Essa unisce caratteristiche eudaimoniche (esperienze appassionanti e coinvolgenti) e sociali/interpersonali (esperienze che permettono di interagire e connettersi con altri individui).
Ma com’è avvenuta la trasformazione dal romanzo alla videoart?
Inizialmente, la trama narrativa dell’opera letteraria è stata lacerata, ricavandone 26 episodi. Ognuno di questi veniva poi riprodotto sui manifesti, a loro volta affissi sulle fermate degli autobus.
Gli episodi sparsi per la città, hanno trasformato il lettore in spettatore errante.
L’utente ha quindi la possibilità di comporre la propria trama. Percorrendo la storia senza seguire un percorso obbligato e “statico” si crea così la propria narrazione, a seconda dell’itinerario scelto.
E’ così che la persona diventa contemporaneamente narratore e coautore.
Lo spettatore viene quindi coinvolto in un viaggio interattivo, non solo immaginativo, che trasforma la città in palcoscenico per ricostruire il senso ultimo della narrazione.
Ecco, come potete osservare, il mondo dello storytelling sta cambiando più velocemente di quanto immaginiamo.
Proprio per questo motivo è importante rendersi conto dei cambiamenti, imparare a comprenderli ed accettarli.
Questo sia dal punto di vista del narratore (con le nuove tecnologie si ha la possibilità di rendere le storie più coinvolgenti e “personalizzabili”), sia da quello del fruitore (stare “al passo con i tempi” significa godersi appieno nuovi aspetti e potenzialità che non potevano essere esperiti attraverso le narrazioni tradizionali).
L’opera di video-arte di cui vi ho parlato è un esempio efficace di storytelling innovativo.
Integrando letteratura, arti visive, architettura e cinema si rende lo spazio pubblico più interattivo e coinvolgente, trasformando anche la quotidianità in una fantastica avventura.
Per concludere, ecco dei testi per approfondire le tematiche:
Narrazione : L’istinto di narrare: Come le storie ci hanno resi umani, Jonathan Gottschall.
Realtà Aumentata: Realtà aumentata. Per la comunicazione di prodotto, Maurizio Bisogni.