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Quando la Tecnologia si controlla con la mente e diventa Assistiva

 

 

Controllare la Tecnologia con la mente è oggi possibile e i benefici, soprattutto per persone con difficoltà fisiche e psicologiche, sono innumerevoli. Ecco che arrivano droni, protesi e altri dispositivi a controllo mentale. 

 

 

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Avreste mai pensato di poter un giorno controllare la tecnologia con il pensiero? 💆💆‍♂️

Oggi è possibile e, grazie a numerose ricerche, quest’opportunità sarà sempre più diffusa.

 

Come funziona la tecnologia a controllo mentale?

 

Proprio con la “semplice” forza del pensiero

Questo tipo di tecnologia, chiamata Neurofeedback, è programmata per individuare, leggere ed interpretare la produzione di determinate onde cerebrali da parte del nostro cervello. 

Qualsiasi attività che svolgiamo, tra cui pensare, dire o fare qualcosa, attiva i nostri neuroni.

Quest’ultimi generano una specifica attività elettrica (rappresentabile, appunto, sotto forma di onde) nel nostro sistema nervoso centrale.

Ogni configurazione di onde corrisponde ad una sorta di comando per il dispositivo tecnologico, il quale produce una risposta.

 

via GIPHY

 

Dietro questo meccanismo (algoritmo) c’è l’Intelligenza Artificiale. Questa permette la creazione della cosiddetta interfaccia uomo (cervello)-computer, composta da hardware e software che permettono all’uomo di utilizzare il pensiero per comandare ed interagire con la macchina.

 

 

Ad oggi esistono già numerose tecnologie a controllo mentale.

Si parla di droni, protesi, mezzi di trasporto e molti altri dispositivi.

 


 

I dispositivi a controllo mentale permettono di superare numerose difficoltà strutturali che alcuni individui riscontrano nella loro interazione con il mondo che li circonda.

Tra le idee più interessanti troviamo quella della startup italiana Liquide,  Brain Control: il dispositivo consente a persone paralizzate di comunicare o guidare la propria sedia a rotelle.

Possiamo considerarla una “tecnologia assistiva“, in grado cioè di rendere utilizzabili ed accessibili i sistemi informatici anche a persone con disabilità.

In questo caso si parla di un caschetto in grado di captare l’attività cerebrale di chi lo indossa e di tradurre quindi i pensieri per produrre l’azione pensata.

Penso di muovere la carrozzina in avanti, produco determinate onde cerebrali, il software dirige la carrozzina verso la direzione indicata.

Per persone con disabilità gravi, ricominciare a comunicare con il mondo esterno e muoversi rappresenta la possibilità di ritrovare un po’ di autonomia e non sentirsi più intrappolati.

 

Un’altra applicazione molto interessante sono le protesi a controllo mentale

Utilizzando il meccanismo appena illustrato, dopo un apposito training, sarà possibile muovere gli arti meccanici utilizzando le potenzialità della propria mente.

Il movimento diventerà con il tempo sempre più naturale ed integrato con la muscolatura sana.

 

L’utilizzo dell’interfaccia uomo-computer renderà sempre più semplice e “naturale” l’interazione con i dispositivi tecnologici, con la domotica e anche con i robot, consentendoci quindi di sfruttarne appieno tutte le potenzialità.

Si parla di utilizzare il controllo mentale sulla tecnologia, il che ci porta sempre più lontano dagli scenari fantascientifici apocalittici in cui i robot prendono il sopravvento sull’umanità.

L’aspetto più interessante riguarda però il grande miglioramento che sarà possibile apportare alla vita di persone con disabilità.

 

Ecco un video utile per capire meglio i meccanismi che permettono l’interazione tra mente e computer. 😉 

 

 

Per approfondire l’argomento:

L’interfaccia uomo-macchina: Storia,analisi e prospettive di un dialogo

Review Interfaccia uomo-computer per la Comunicazione

Applicazione Neurofeedback per il potenziamento mentale

Tecnologie a controllo mentale